Ruote d’Italia. “Burocrazia una palla al piede per la competitività del Paese”

Ruote d’Italia. “Burocrazia una palla al piede per la competitività del Paese”
comunicati stampa nazionale

Ruote d’Italia. “Burocrazia una palla al piede per la competitività del Paese”

Ruote d'Italia. "Burocrazia una palla al piede per la competitività del Paese"

Il buco nero della burocrazia avrebbe fatto perdere all’Italia in 9 anni 70 miliardi. Lo sostiene uno studio del centro studi Confcommercio che ha elaborato i dati dell’Università di Goteborg sulla Quality of Government Index. Uno studio che dimostra quanto da tempo le categorie produttive segnalano come handicap pesante che penalizza il Paese. la burocrazia è come una palla al piede di 30 kilogrammi, legata al piede di un atleta che corre i cento metri. Non vincerà mai.

In questi giorni abbiamo un esempio evidente di come la mala burocrazia colpisca i cittadini e le imprese. Le condizioni nelle quali si trovano coloro che utilizzano le autostrade della Liguria e dell’ Abruzzo

Code, intoppi insomma tutto ciò che serve a creare problemi alla competitività della nostra economia. Non bastano i danni procurati dalla gestione della pandemia. Ora si devono subire le conseguenze di decisioni di burocrati che impongono interventi diversi, in nome della sicurezza.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Gli strali vengono indirizzati ai concessionari dei tratti autostradali che sono considerati i responsabili di questi disagi. Non vogliamo entrare nel merito, né assolvere alcuno, ma solo far notare che se si emana una disposizione che impone, per la sicurezza di effettuare interventi, non esiste possibilità di non ottemperare, pena l’intervento del magistrato. Se per assurdo dovesse verificarsi la caduta di un calcinaccio o peggio di una parte della struttura le conseguenze ricadrebbero sulle persone che non hanno dato corso alle disposizioni. Sfugge a qualche commentatore troppo frettoloso o disinformato che le responsabilità di quanto sta avvenendo sono forse, conseguenti (comprendiamo chi lo nega) alla scelta di stabilire (modificandole) le modalità per la realizzazione di interventi, impossibili, a completarsi nei tempi stabiliti. Perché questo accade? E perché non si è intervenuti rapidamente per evitare uno stillicidio che sta penalizzando direttamente delle regioni ed impatta sull’intera mobilità del Paese?

Io credo che il Governo dovrebbe costruire con un atto di consapevolezza reale, abbandonando gli annunci, una posizione idonea a superare questa situazione di impasse, anche per non pagarne le conseguenze. La gente si domanda, al di là delle responsabilità dei concessionari, se l’azione non possa che dipendere da una disposizione ministeriale. Non voglio certo colpevolizzare chi si trova a gestire le conseguenze di una scelta poco avveduta che immagino non sia imputabile direttamente al ministro, ma forse a qualche funzionario, magari con la testa tra le stelle, Ma altre gallerie non presentano altrettante criticità? Perché solo la Liguria e gli Abruzzi? Sembra quasi sia una decisone mirata per uno scopo non riconducibile solo alla sicurezza. La decisone della notte del governo di modificare i contenuti della circolare sembra dare una risposta alle grandi difficoltà della gente ma d’altro canto dimostra l’inadeguatezza di tutta la gestione ed evidenzia le responsabilità.

Non aiutano certo il governo, anche dopo le parole della Presidente del Senato che ha invitato a porre fine al “teatrino delle parole”, subito condivise anche dal segretario del PD Zingaretti, simili comportamenti. Nella gente cresce il disorientamento ed in tutti gli incontri con gli operatori il disagio emerge in tutta evidenza.

Non è ora di tornare a governare questo Paese con persone capaci, scelti dal popolo e smettendola con le strumentalizzazioni che la gente paga profumatamente? Così il Paese non cresce. Si orienta sulla inevitabile strada del declino. Proprio come voleva che teorizzava la “decrescita felice”.

Articolo Originale

Condividi: