Confcommercio su dati Istat: vendite in recupero, ma ancora lontanissimi da livelli 2019

Confcommercio su dati Istat: vendite in recupero, ma ancora lontanissimi da livelli 2019
comunicati stampa nazionale

Confcommercio su dati Istat: vendite in recupero, ma ancora lontanissimi da livelli 2019

Confcommercio su dati Istat: vendite in recupero, ma ancora lontanissimi da livelli 2019

Si amplia la forbice tra commercio elettronico e piccole superfici. Su prezzi, ancora distanti da scenario recessione-deflazione

120/2020
Roma, 31.07.2020

Il dato sulle vendite di giugno evidenzia il graduale ritorno alla normalità negli acquisti da parte delle famiglie, con grandi differenze negli andamenti registrati dalle diverse tipologie distributive e dai singoli segmenti di consumo. Ma la complessiva gravità della dinamica dei consumi è la distanza di quasi 10 punti percentuali in volume delle vendite nel primo semestre del 2020 rispetto al primo semestre dell’anno precedente, con una riduzione quasi doppia per l’area non alimentare. Per i canali di vendita, si amplia ulteriormente la forbice tra commercio elettronico – in crescita del 32,5% tendenziale nella prima metà dell’anno – e imprese operanti su piccole superfici che patiscono una riduzione di oltre il 20%. Alcuni settori sembrano recuperare rapidamente (mobili e articoli per il tempo libero), mentre solo per l’informatica e per gli alimentari il confronto annuo è positivo: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat di oggi sulle vendite al dettaglio a giugno.

Quanto all'inflazione – prosegue la nota – la variazione congiunturale tornata in territorio negativo amplifica la riduzione su base annua, dato che riflette essenzialmente la riduzione registrata nel mese per gli alimentari freschi e per gli energetici regolamentati. Se la compressione dei prezzi sostiene favorevolmente il potere d'acquisto dei redditi nominali, l'inflazione di fondo si mantiene in territorio positivo scongiurando, almeno per adesso, il rischio di un profilo del tipo recessione-deflazione più lungo e più profondo di quello strettamente legato all'emergenza sanitaria.

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