“A FUOCO IL COPRIFUOCO”: L’INIZIATIVA DI CONFCOMMERCIO SICILIA E FIPE SICILIA PER DIRE NO ALLE DECISIONI DEL GOVERNO NAZIONALE

“A FUOCO IL COPRIFUOCO”: L’INIZIATIVA DI CONFCOMMERCIO SICILIA E FIPE SICILIA PER DIRE NO ALLE DECISIONI DEL GOVERNO NAZIONALE
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“A FUOCO IL COPRIFUOCO”: L’INIZIATIVA DI CONFCOMMERCIO SICILIA E FIPE SICILIA PER DIRE NO ALLE DECISIONI DEL GOVERNO NAZIONALE

A FUOCO IL COPRIFUOCO: CONFCOMMERCIO SICILIA E FIPE SICILIA AVVIANO INIZIATIVA PER CONTESTARE LE SCELTE DEL GOVERNO NAZIONALE. MANENTI E PISTORIO: PROVVEDIMENTO INACCETTABILE, IN PARTICOLARE DALLE NOSTRE PARTI. UNA DECISIONE CHE CI PENALIZZA FORTEMENTE

Palermo 23 aprile 2021. A fuoco il coprifuoco. E il nome, volutamente provocatorio, delliniziativa che Confcommercio Sicilia intende attuare di concerto con Fipe Sicilia per dire basta a una scelta che comprime gliorari, con la previsione di fare chiudere i pubblici esercizi alle 22 in piena estate, favorendo comportamenti disordinati e opposti. La nostra non è disobbedienza civile sottolinea il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti ma vogliamo alzare la voce rispetto a un provvedimento inaccettabile, ancora di più in una terra come la nostra dove, in estate, con le elevate temperature, il periodo serale è quello scelto per cercare un poco di refrigerio, per ritemprarsi dalle fatiche giornaliere, per godere della brezza marina. E tutto ciò, naturalmente, va ad incrociarsi con le legittime aspettative degli operatori del settore che sfruttano questo periodo peraccrescere i loro affari, unattesa ancora più pressante dopo mesi e mesi di fermo. Avvieremo, a livello siciliano,una raccolta firme su Change.org che attiveremo tra i nostri associati e metteremo a disposizione della nostra confederazione a livello nazionale per esprimere tutto il dissenso verso questa decisione che continua a penalizzarci in maniera forte. Il presidente di Fipe Sicilia Dario Pistorio aggiunge: Continuiamo a pagare per colpe non nostre. Siamo esausti. Il settore dei pubblici esercizi sta perdendo attività, costrette alla chiusura definitiva, e posti di lavoro. I danni economici sono ingentissimi. E tutto ciò determina un effetto a catena che procura un disagio sociale che diventerà sempre più difficile da sanare. Le scelte di questultimo decreto sembrano punitive rispetto a quelle adottate in momenti più critici dal punto di vista sanitario. La Fipe ha sempre proposto gradualità e regole certe. Infatti, pur applicando rigorosi protocolli di sicurezza e garantendo il solo servizio al tavolo, oggi si ritiene che il problema sia lutilizzo degli spazi interni. Tutto incomprensibile e, soprattutto, insostenibile per le nostre imprese.

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