LE CIFRE FORNITE DALL’UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO PER L’AREA IBLEA STIMANO LA CHIUSURA DEFINITIVA DI DECINE DI IMPRESE SOPRATTUTTO NEL SETTORE NON ALIMENTARE

LE CIFRE FORNITE DALL’UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO PER L’AREA IBLEA STIMANO LA CHIUSURA DEFINITIVA DI DECINE DI IMPRESE SOPRATTUTTO NEL SETTORE NON ALIMENTARE
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LE CIFRE FORNITE DALL’UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO PER L’AREA IBLEA STIMANO LA CHIUSURA DEFINITIVA DI DECINE DI IMPRESE SOPRATTUTTO NEL SETTORE NON ALIMENTARE

Il crollo dei consumi pari al 10,8% nel 2020 rispetto al 2019 porta a stimare nell’area iblea la chiusura definitiva di alcune decine di imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato Cifre molto chiare e impietose dall’Ufficio studi Confcommercio

Cifre molto chiare e per questo impietose quelle fornite dall’Ufficio studi Confcommercio nella sua analisi sulle chiusure delle attività nel 2020. L’effetto combinato del Covid e del crollo dei consumi del 10,8% (pari a una perdita di circa 7 milioni di euro in provincia di Ragusa rispetto al 2019) porta a stimare, da qui alle prossime settimane, la chiusura definitiva di alcune decine di imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato, fenomeno non compensato dalle nuove aperture. La riduzione del tessuto produttivo nei settori considerati ammonterebbe, dunque, al -11,3%. Di queste, almeno il 9% esclusivamente a causa della pandemia.

L’emergenza sanitaria, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, restrizioni e chiusure obbligatorie incluse, ha acuito drasticamente il tasso di mortalità delle imprese che, rispetto al 2019, risulta quasi raddoppiato per quelle del commercio (dal 6,6% all’11,1%) e addirittura più che triplicato per i servizi di mercato (dal 5,7% al 17,3%).

Questi i “numeri” delle chiusure. Delle imprese “sparite” dal mercato in provincia di Ragusa a causa della pandemia, la maggior parte si perdono per un eccesso di mortalità e solo in poche per un deficit di natalità. Una riduzione del tessuto produttivo che risulta essere particolarmente accentuata tra i servizi di mercato, che si riducono del 13,8% rispetto al 2019, mentre nel commercio rimane più contenuta, ma comunque elevata, e pari all’8,3%. Tra i settori più colpiti, nell’ambito del commercio, abbigliamento e calzature (-17,1%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%); nei servizi di mercato le maggiori perdite di imprese si registrano, invece, per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) e trasporti (-14,2%). “C’è poi tutta la filiera del tempo libero – sottolinea il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – che, tra attività artistiche, sportive e di intrattenimento, fa registrare complessivamente un vero e proprio crollo con la sparizione di un’impresa su tre. Alla perdita di imprese va poi aggiunta anche quella relativa ai lavoratori autonomi, ovvero quei soggetti titolari di partita Iva operanti senza alcun tipo di organizzazione societaria”. Si stima la chiusura, in provincia di Ragusa, di una decina di professionisti tra ordinistici e non ordinistici, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e altro. “Ecco perché, riprendendo le parole del nostro presidente nazionale, Carlo Sangalli – dice ancora il presidente Manenti – riteniamo che, oltre all’indispensabile vaccino sanitario, ci sia bisogno del vaccino economico, cioè indennizzi finalmente adeguati al crollo dei fatturati e l’utilizzo di tutte le risorse europee per rimettere in modo l’economia del nostro Paese. Confcommercio aveva già chiesto con forza al governo ristori tempestivi e adeguati alle cadute di fatturato delle imprese. Le perdite 2020 sono senza precedenti, ecco perché sono necessari ristori tempestivi e adeguati alle cadute di fatturato. Oltre a moratorie fiscali più ampie e inclusive”.

Ragusa, 29 dicembre 2020

 

   Presidente provinciale Confcommercio Ragusa

                Gianluca Manenti

                                                                                                     Ufficio stampa Giorgio Liuzzo                                                                                                   

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